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LA ROSSA inaugurazione

LA MADONNINA - CHIESA  DELLA CONFRATERNITA DELLA SS.TRINITA’ (LA ROSSA) BUSCA

CONVEGNO  PER  L’INAUGURAZIONE DEL RESTAURO DI FACCIATA:  5 AGOSTO 2000

Tema : UNA CHIESA NEI SUOI SIMBOLI - Rel. Mirella Lovisolo

 

 
Discorso molto vasto

Il tema, molto interessante, è imposto dal recupero degli  elementi decorativi  di facciata che, ormai illeggibili, ma conservati nella sinopia dell’intonaco, ci sono stati restituiti  dall’opera di restauro.

In questa chiesa il discorso simbolico è molto vasto

            Alcuni anni fa nella ricorrenza del centenario di presenza a Busca delle Suore di S.Antida che si era celebrata in questa chiesa, il prof. Tonietta,  trattando dell’opera delle confraternite  aveva  evidenziato il valore simbolico  del colore che, nell’interno specialmente, distingueva visivamente la dedicazione e le finalità delle diverse Confraternite. Mentre nella Chiesa della SS Annunziata dedicata a Maria prevale l’azzurro e il bianco, in questa chiesa  prevale il  grigio e il  marrone, i colori  simbolici della metànoia, della penitenza.                 

Già  il termine “confraternita” ha valore di simbolo, di una realtà  diventata immagine attraverso secoli di vita e di azione;  confraternita è infatti  sinonimo di vita  laicale associata   nella carità  e nella preghiera.

 

La Confraternita SS Trinità – Stampa dal Theatrum Sabaudiae

 

   La Confraternita

La Confraternita è una istituzione nata  dalla gente per volontà della gente e  successivamente approvata dalla Chiesa. Ed ha origini molto antiche.  La Bianca di Busca (SS.Annunziata) come già è stato detto risale al 1400, la Rossa (SS.Trinità) alla fine del 1500. Nel 1700 non c’era buschese che non fosse iscritto ad almeno una delle tante compagnie religiose. Le più fiorenti  erano appunto le  due Confraternite della SS.Trinità e dell’Annunziata. Le finalità delle Confraternite consistevano nel decoro del culto divino nella preghiera  nelle processioni e nella carità, quelle  opere di cui  allora non si occupava lo Stato, ma solo la Chiesa e le istituzioni religiose con ospedali, lazzaretti, orfanotrofi, ospizi per pellegrini. I membri della Confraternita erano ricchi e poveri accomunati in una funzione altamente socializzante, uniti da un tenace spirito di corpo;  divenuti lungo i secoli committenti di artisti, ci hanno trasmesso  pagine di cultura  e autentici capolavori  d’arte.

 La gente  li chiamava i” Rossi” e i “Bianchi”  a motivo  dal colore del camice che era la loro divisa così come nel Medioevo li chiamavano “i battuti” per l’uso delle flagellazioni durante le processioni.

Anche questi sono nomi simbolici.

IL SIMBOLO

La parola simbolo, dal greco sumballo, significa mettere insieme, unire il segno e il concetto. Il simbolo  è una immagine  che esprime una realtà  non rappresentabile e, come dice  Manfred Lurkel “ il simbolo non ha in il proprio significato, bensì rimanda a qualcosa che è al di là”. Il simbolo  è fondamentale per la conoscenza, Mircea Eliade infatti ricorda che “il pensiero simbolico precede il ragionamento e rivela aspetti della realtà che sfuggono a qualsiasi altro mezzo di conoscenza”.

L’uomo è un essere simbolico e  lo è in particolare l’uomo religioso. I segni del monte Bego, i dipinti delle caverne di Lescaux appartengono alla rigogliosa fioritura dei linguaggi simbolici con cui l’uomo preistorico cercava l’Assoluto.

Dunque il linguaggio simbolico, attualissimo oggi nella segnaletica, nella pubblicità, nell’informatica, è  stato  il primo canale della comunicazione  delle popolazioni primitive e del linguaggio artistico, il simbolo  è  anche stato il primo mezzo di comunicazione e di espressione visuale del cristianesimo delle origini: la colomba, l’ancora, il pavone l’agnello, il pesce, il pastore, costituiscono il primo programma iconografico con cui i cristiani  in clima aniconico  hanno espresso visivamente  la loro fede  in Cristo, nella Risurrezione, nella vita eterna.

Le simboliche, nel corso della storia, hanno seguito  il procedere intrecciato dell’antropologia sociale e culturale  e hanno sempre accompagnato l’arte figurativa  e l’edificio sacro.

Il  programma iconografico e simbolico della Rossa

 Questa chiesa che nella sua totalità sintetizza 2000 anni di storia del territorio, rivela un programma iconografico e simbolico eccezionale che si realizza tra il 1600 e il 1800. I nomi stessi con cui è nota, come abbiamo rilevato, sono già simbolici; “la Rossa”  per il colore dell’abito portato sino al 1781 dai confratelli colore che ancora oggi li contrassegna, la “Madonnina” che simboleggia la chiesa  stessa,  per il santuarietto dedicato a Maria aggiunto nel 1765.

 La raffigurazione della SS Trinità

La SS Trinità, cui è intitolata la chiesa, è rappresentata SIMBOLICAMENTE molte volte. La rivelazione di Dio: Padre Figlio, Spirito Santo, è il contenuto più alto del cristianesimo - mai  raggiunta dalla speculazione umana,  è rimasta irraggiungibile nell’espressione  figurativa. Impossibile  raffigurare  l’Assoluto: “Dio nessuno l’ha mai visto, l’Unigenito Dio che è nel seno del Padre egli ce lo ha rivelato”  aveva detto Giovanni (1,18).  L’arte del primo millennio non  ha  mai raffigurato Dio, ma solo  ciò che di Lui si è reso visibile, il volto  di Cristo. Più difficile ancora raffigurare  Dio  Trinità, cioè la relazione di amore che è l’essenza  di Dio. Per questo, la rappresentazione della Trinità ha imposto immediatamente l’uso del simbolo. Tra  le più antiche e splendide raffigurazioni  c’è quella molto nota del battistero di Albenga  del V secolo.

 

SIMBOLI TRINITARI NELLA CHIESA DI BUSCA (interno)

 

Sono numerosi. Nella  parete presbiterale la SS.Trinità  è raffigurata nell’atto di Incoronare Maria. E’ un’opera anteriore al 1754 di Giuseppe Dalamano (pittore attivo a Busca all’Eremo, alla Bianca e all’antico convento di S. Maria degli Angeli distrutto in epoca napoleonica)

 

Il TRIANGOLO

 

nella tribuna il simbolo trinitario è il triangolo con l’occhio circondato da tre cherubini

 

Il triangolo il simbolo trinitario maggiormente diffuso nella Confraternita. Da quello che vediamo nella volta del presbiterio, a quello della tribuna, sino al triangolo della croce metallica che conclude la facciata.

 Il triangolo racchiude il simbolico occhio, altre volte racchiude  la scritta Yhwè, Dio in ebraico. Così lo vediamo nella croce trinitaria sopra il santuarietto .

E’ un simbolo usato, come sappiamo, anche  in altri contesti culturali come la massoneria, un simbolo che rimanda ad  un’epoca, quella  appunto  dell’illuminismo.

 Nel mobile della sacrestia  nella cattedra del coro,  il triangolo -  che diventa il segno distintivo della Confraternita - presenta  il nome Dio,  scritto nelle lingue latino, greco, ebraico intorno  al trigramma eucaristico di Cristo (JHS); nella croce raggiante della cuspide di facciata

 Nel santuarietto  della Madonnina sul timpano dell’altare, il simbolo trinitario del triangolo compare circondato da 12 stelle con evidente riferimento alla donna dell’Apocalisse incoronata di 12 stelle.  altre volte circoscrive  il tetragramma, YHWH, (Dio in ebraico) come  vediamo nella croce  sopra il santuario della Madonnina. Tutta la chiesa esprime simbolicamente un inno alla vita alla risurrezione alla speranza e proclama l’unità e trinità di Dio in cui è inserita la Vergine, capolavoro della creazione e dell’umanità.

 

IL SIMBOLISMO DELLA FACCIATA:

La facciata presenta  un programma  iconografico interessantissimo

Il dipinto della facciata , le statue simboliche, le lesene, le  fiaccole,  i gruppi decorativi, il serpente, la melagrana, la conchiglia, simboli mariani

 

 

 

IL DIPINTO DELLA FACCIATA

 

 Realizzato da Giovanni Bussato nel 1854 raffigura il Padre con gli attributi del Creatore raffigurato come l’Antico dei giorni di  Daniele 7,9, il Figlio porta  la croce e  i segni della crocifissione e sta “alla destra del Padre”;  nella facciata sono  entrambi seduti su un trono celeste tra angeli e vestono un unico manto azzurro che li unisce sotto la colomba dello  Spirito Santo,  mentre  una luce avvolgente  li accomuna nella configurazione del triangolo. Sul fondo appare un triplice cerchio luminoso inscritto nel roteare serrato degli angeli caratterizzati da uno strano colore violaceo: una interpretazione del colore attribuito alleschiereangeliche più alte che stanno intorno al trono di Dio, i cherubini azzurri, i serafini rossi.

 

 

LE STATUE

 

 

 La struttura generale incornicia ed evidenzia le statue simboliche delle Virtù teologali: la Fede la Speranza, la Carità; compare anche la Virtù Cardinale della Prudenza, sintesi delle altre Virtù che troviamo raffigurate nell’interno santuarietto.

 

LE LESENE

 

Partendo  dalla base delle lesene dove le teste degli arieti suggeriscono la forza del contenuto,  attraverso gli elementi vegetali si segue un percorso che,  in un crescendo sempre più significativo, si conclude nella cuspide di coronamento.

 Qui, in una grande conchiglia,  è collocata la figura di Maria definita in basso dalle tre teste di angeli che sembrano alludere simbolicamente alla Trinità,  mentre in alto, la grande solenne testa del Cherubino di coronamento, rimanda all’Unità di Dio e chiude la composizione.  Al di sopra,  si innalza la croce trinitaria: al centro il triangolo con l’occhio,  è inserito nella croce di Cristo resa gloriosa della raggiera dello Spirito Santo.

Nelle Lesene, l’acanto  incornicia simboli  che alludono ad alcune litanie lauretane, mentre le tavole della legge,  il libro, i vasi, sono un probabile riferimento  alla tradizione scritturistica del Vecchio Testamento nella quale si annuncia  la venuta di Cristo dalla donna,  Maria.

 

LE FIACCOLE

 

Le lesene terminano con le fiaccole accese simbolo della vita. 

Possiamo dire che tutta la chiesa è un inno alla vita, alla risurrezione, alla speranza.

Un complesso figurativo che parla  dell’unità  e Trinità di Dio in cui è inserita la Vergine,  Madre del Verbo, Sposa dello Spirito Santo.  Tutto il simbolismo e i discorsi pittorici  della chiesa  sono una continua risonanza dello stretto  rapporto che intercorre tra la SS. Trinità e Maria secondo quanto dice S.BernardinoMaria è colei che descrive il cerchio più breve intorno a Dio”.

 

GRUPPI DECORATIVI

 

Sui lati, sopra le Virtù, ci sono due gruppi  decorativi: a destra   vari strumenti musicali, tra questi l’arpa, uno strumento il cui ruolo mistico rinvia alla morte e risurrezione.

A sinistra  vediamo un gruppo con  un’arca. Nell’antico T. l’Arca conteneva la manna, la verga  di Aronne le tavole della legge. La nuova arca contiene il Pane Eucaristico, la croce, il Vangelo la Nuova legge che è Cristo stesso. La nuova arca è Maria ( detta la foederis arca)  Altri simboli di facciata :

 

IL SERPENTE

 

 

E troviamo il serpente  (uno degli animali più  inquietanti per l’uomo, il tentatore, associato per lo più ad aspetti negativi e  al mondo degli inferi, ). Ma poiché il serpente ama il sole,  viene anche identificato con la vita.

            Agli ebrei nel deserto puniti con serpenti velenosi, Dio comanda di fare un serpente  di rame e innalzarlo sopra un’asta “chiunque lo guarderà dopo essere stato morso, resterà in vita.(Nm.21,6-9) “Il serpente di rame è considerato nel N.T. una prefigurazione del Salvatore crocifissoCome Mosè innalzò il serpente nel deserto così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna” (Giov.3,14)

 

LA MELAGRANA

 

I capitelli del presbiterio  e la facciata sono ornati di numerose ghirlande  di melagrane, sino alla profusione del nicchione superiore della cuspide. I capitelli delle lesene presentano la melagrana  chiusa, semichiusa o aperta,

            La melagrana frutto dell’Ade per i greci, era considerata  nell’antichità simbolo di fecondità e veniva piantate sulle tombe degli eroi;  le spose romane portavano ghirlande di melagrane. Per gli israeliti le melagrane erano un segno di copiosa benedizione, originata dalla loro alleanza con Dio.

Le melagrane erano scolpite sui capitelli del tempio di Salomone e ornavano il lembo del manto del sommo sacerdote Aronne vestito con magnificenza (Sir. 45,9) La sposa del Cantico dei Cantici (4,9) viene paragonata alla bellezza della melagrana.

 In epoca cristiana la simbologia della  melagrana  si spiritualizza e si arricchisce di rimandi alla ricchezza della benedizione divina  alla fecondità spirituale, all’amore celeste.  I semi  rossi racchiusi in un unico tenace  guscio sono assunti ad evocare l’unità dei fedeli  nella  Chiesa, che risplende del rosso luminoso del sangue di Cristo e dei martiri.

Nella simbologia barocca , l’immagine della  melagrana dischiusa nell’abbondanza dei suoi semi si trasformò in quella della carità, dell’elargizione  generosa di doni propri, dell’amore misericordioso, e, per i sui numerosi semi rosso vivo richiamo alla moltitudine delle virtù di Maria.

 

 

 

 

 

 

 

LA CONCHIGLIA

 

Diffusissima è   poi LA   CONCHIGLIA .  La conchiglia  è in stretta relazione, con  il mito  classico della nascita dal mondo acquatico. I greci raffigurano Afrodite che esce dalle valve

della  conchiglia, un tema  che,  ripreso in epoca rinascimentale (pensiamo a Botticelli) diventa simbolo di rinascita e di vita nuova.

L’iconografia cristiana, assume il motivo della conchiglia  come

 richiamo alla rinascita,   all’IMMORTALITA’ E ALLA RISURREZIONE.

SIMBOLI MARIANI

 La conchiglia molto rappresentata nella chiesa della Rossa, racchiude la perla, e nel Nuovo Testamento  la perla simboleggia  il Regno di Dio, l’incarnazione,  il Cristo.

Nel simbolismo cristiano quindi la conchiglia, che racchiude la  perla – diventa SIMBOLO MARIANO. Così affermano  I santi Padri, Clemente Alessandrino nel

sec III,  Efrem il Siro nel  IV,  essi   paragonano  Maria a una santa conchiglia. Nella sacrestia  nel mobile di Francesco Norotte di Marsiglia del 1688,

dietro alla figura di Maria  Immacolata, nella nicchia,  c’è la  conchiglia mentre in facciata, le Virtù nelle nicchie,  si pongono sullo sfondo della  conchiglia.

 Ancora. Indispensabile strumento per prendere acqua,  la conchiglia divenne emblema di pellegrinaggio,  verrà  quindi assunta  nell’iconografia di S.Giacomo protettore dei

pellegrini con  un significato  ricollegabile  all’idea della redenzione e del  rinnovamento spirituale.

Numerosi sono i motivi a C. in questa chiesa che,  mentre proponeagli iscritti alla Confraternita, il rinnovamento spirituale per la salvezza

eterna, pone  tra le sue attività primarie, l’ospitalità ai pellegrini. (Roma 1575)

Numerose conchiglie  si trovano  in facciata: dalla grande finestra venuta a sostituire nel 1750 la finestra “serliana” antecedente, alla cuspide di coronamento, dove la grande conchiglia accoglie  la nicchia con

Maria e il simbolo trinitario che conclude la facciata.Nell’interno la troviamo ripetutamente negli stucchi  della chiesa.

In particolare si nota la grande conchiglia  nel tratto di passaggio  dal presbiterio alla sacrestia, che  si carica  si simbologia, se accettiamo  gli schemi di Durando di Mende  nel suo “Rational des offices divins

che vede  nella sacrestia dove si conservano i vasi sacri, il seno di Maria.

Questa conchiglia come “emblema di rinascita” , si pone  poi in stretta relazione di senso con la figura  di Maria nel contesto figurativo del presbiterio ricchissimo  di significato teologico.

 

 

I DIPINTI SECENTESCHI   del PRESBITERIO

raffigurano, intorno al simbolo dell’ Eterno glorioso,  le storie della Genesi: il peccato dei progenitori,  la loro cacciata  dall’Eden e il peccato di Caino. Essi  si collocano prospetticamente sullo sfondo,  in contrasto  con la solenne  grandiosa  figura della Vergine: in essa si compie il ribaltamento della prefigurazione biblica dei temi della Genesi: “Verrà una donna il cui seme ti schiaccerà il capo”

 Maria,  la nuova Eva, la  madre corredentrice del nuovo Adamo Cristo,  è  la donna nuova, vittoriosa sul serpente antico; la donna  portatrice di pace e salvezza,  diventata  per l’umanità segno di consolazione di sicura speranza.

 

ALBENGA BATTISTERO MOSAICO DELLA VOLTA CON IL SIMBOLO DELLA SS TRINITA’

 

 

Sul fondo azzurro compare il triplice monogramma di Cristo con alfa e omega, in un triplice cerchio di colori sfumati; le dodici colombe simboleggiano  gli Apostoli che  circondano i cerchi; essi, che sono la Chiesa primitiva, ricevono la Parola da Cristo e la trasmettono al mondo. Sul fondo azzurro brillano innumerevoli altre stelle: sono i credenti  intorno a Dio.

 

 

 

 

 

 BIBLIOGRAFIA

 

Ave Appiano – Forme dell’immateriale – Ed. SEI 1996

Manfred Lurker – Dizionario dei simboli biblici Ed. Paoline1989

Hans Biedermann  Enciclopedia dei simboli – Ed. Garzanti  1989

Heinrich e Margarethe Schmidt – Il linguaggio delle immagini – CittàNuova 1988

Jen Van Laarhoven – Storia dell’arte cristiana – Ed. Bruno Mondadori 1999

Eduard Urech Dizionario dei Simboli Cristiani – Ed Arkeios1995

Luciano Borgia – Lezioni di Teologia Spirituale - I° Vol.

La S.Bibbia di Gerusalemme

Francesco Fino – La vita a Busca nel700

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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